La “Fagiuolata” del Carnevale Storico di Santhià, il più Antico del Piemonte”
Ricetta DE.CO
La celebrazione dei carnevali che vantano le origini più antiche (e che di solito prevedono i cerimoniali più complessi), si rifà ad almeno una di queste circostanze:
- la fine di una tirannia, che opprimeva in modo più o meno diretto il popolo;
- il riconoscimento di un libero matrimonio, in qualche modo ostacolato dai poteri locali;
- la scampata paura della fame.
Nei secoli successivi (e anche oggi, con le “pule”) le derrate alimentari destinate a questa elargizione venivano ottenute tramite questue, mentre, all’epoca degli Statuti, erano richieste alla popolazione più benestante in modo abbastanza coercitivo e annunciate tra le vie del Borgo con apposite grida. Naturalmente il dover contribuire a questa raccolta era un onere ma anche un motivo d’orgoglio, perché sottolineava l’appartenenza a uno status di relativa agiatezza.
C’è chi ha ipotizzato che la distribuzione gratuita di derrate potesse rappresentare un modo per svuotare i magazzini in attesa dei nuovi raccolti (un po’ come accade oggi dopo le festività natalizie, con la distribuzione gratuita – o a prezzi molto scontati – di panettoni o prodotti simili), ma questo aspetto parrebbe indicare una situazione di abbondanza che, pur possibile, mal si abbina alle storiche carenze alimentari dei secoli passati.
Pare invece più corretto ricollegare la distribuzione gratuita di generi alimentari a un’altra espressione tipica dei carnevali storici, ovvero al riconoscimento della lotta secolare sofferta dal popolo alla ricerca della libertà e di un po’ di benessere, elemento che sappiamo essere presente fin dai carnevali più antichi (come quelli di origini babilonesi). Ma non si tratta propriamente di una “rivendicazione sociale”, bensì di un’occasione per far festa nell’irrazionale “logica del mondo capovolto” che caratterizza i carnevali. Fin dall’antichità, infatti, durante i giorni di Carnevale si accetta che il mondo vada al contrario rispetto al resto dell’anno: dunque è il popolo a comandare (e non i potenti di turno) e per giunta in modo irrazionale, secondo una “logica degli eccessi”, che fa sì che in quei giorni le risorse siano addirittura sovrabbondanti e ci si possa permettere di regalarle a tutti coloro che ne abbisognano, giungendo persino a sprecarle.
E ora passiamo all’Antica Ricetta della nostra colossale Fagiolata (20.000 porzioni).
Antica Ricetta che i Santhiatesi si tramandano dal XIV secolo
Ingredienti
- 20 quintali di fagioli qualità Saluggia coltivati sul territorio della Provincia di Vercelli
- 10 q. di salami da cuocere, prodotti con suini allevati e macellati sul territorio della Provincia di Vercelli
- 10 q di pane prodotti da panettieri attivi sul territorio della Città di Santhià
- 1,5 q. di lardo tritato, derivante dalla lavorazione dei suini allevati e macellati sul territorio della Provincia di Vercelli
- 1,5 q. di cipolle tritate
- 750 foglie di alloro
- 80 kg di sale grosso
Preparazione
Dividere i 20 quintali di fagioli in 150 caldaie in rame non stagnato, aggiungere acqua e lasciare riposare per otto ore in modo che i fagioli si ammorbidiscano.
Trascorse le otto ore scolare l’acqua rimasta e riempire nuovamente le caldaie.
Accendere i fuochi a legna e iniziare la cottura.
Rimestare in continuazione onde evitare che i fagioli si attacchino sul fondo della caldaia.
Dopo un’ora di cottura aggiungere il lardo tritato e, a seguire, le cipolle.
Trascorse tre ore di ebollizione, aggiungere i salami e lasciarli cuocere per 45 minuti. Trascorso tale tempo togliere i salami e aggiungere le foglie di alloro e il sale, e far cuocere ancora per un’ora.
Al termine della cottura, dopo la Benedizione del Prevosto e lo sparo di un fucile, in Piazza Zapelloni (denominata durante il periodo carnevalesco “Piazza Teresio Berri”) i fagioli sono distribuiti lungo le paline nel seguente modo:
- Un mestolo di fagioli
- Una porzione di salame
- Una pagnotta di pane
Il tutto rigorosamente… in recipienti di ogni fattura e dimensione, che la popolazione santhiatese si porta dalle rispettive abitazioni.
Naturalmente la ricetta originale, che deriva dalla Tradizione della Fagiuolata, può essere riproposta anche in altre occasioni e cucinata utilizzando quantità inferiori dei diversi ingredienti (ovvero preparando un minor numero di “porzioni”). In altre parole, sebbene si possa perdere un po' del fascino esclusivo che deriva dall'imponente allestimento predisposto il lunedì di Carnevale, vero clou della “Tradizione” carnevalesca santhiatese, anche preparazioni quantitativamente inferiori mantengono intatti gli ingredienti, il procedimento di cottura e, in definitiva, i sapori di questo piatto semplice e genuino, tipico della nostra realtà.
Delibera di Iscrizione DE.CO Santhià