Stevulin e Majutin 2024

Stevulin e Majutin 2024

Cresce la febbre per il prossimo Carnevale e con essa, giorno dopo giorno, tra le più svariate indiscrezioni, cresce anche la curiosità sull’identità dei giovani che impersoneranno i Padroni della Città. È quindi giunta l’ora di svelare i nomi dei personaggi più invidiati per tutto il 2024.
Majutin dal Pampardu sarà impersonata da Giulia Pisani, classe 1999, diplomata in servizi enogastronomici e impiegata in un supermercato cittadino. “Le mie più grandi passioni – dichiara Giulia – sono la ginnastica artistica, la musica e il Carnevale. Ho praticato questo amato sport per circa 13 anni, nel corso dei quali ho raggiunto un paio di risultati importanti a livello regionale; faccio parte della Banda Musicale “I Giovani" di Santhià dal 2008, prima come majorette e poi, dal 2012, tra le file dei musici (suono il flauto traverso e l'ottavino); la prima sfilata di Carnevale è stata con i "Funfi" nel 2005, e poi sono tornata a far parte di questo gruppo negli ultimi anni, cercando di dare un contributo già dalle prime lavorazioni con la cartapesta.
Conosco il mio Stevü da quando eravamo piccolini. Abbiamo passato tanti momenti insieme e non potevo scegliere un amico migliore di lui con cui condividere questa meravigliosa esperienza. Ringrazio la Pro Loco per averci permesso di impersonare Majutin nel 2024, proprio 30 anni dopo il mio caro zio. Speriamo di donare allegria e spensieratezza, consapevoli dell'importante ruolo che andremo ad impersonare. Non vediamo l'ora di passare tanti bei momenti insieme a tutti voi !”.
 
Stevulin dla Plisera avrà il volto di Alessandro Trinchero, classe 1998, perito elettronico ed elettrotecnico con specializzazione in tecnico del suono, da 7 anni impiegato presso l’Azienda Sanitaria Locale di Biella come Sistemista di rete.
“La mia passione più grande – dice Alessandro – è la musica. Ho iniziato lezioni di batteria all’età di 3 anni e da lì non mi sono più fermato. Ho fatto parte della Banda Musicale “I Giovani” di Santhià per 13 anni, nella sezione percussioni, e ho suonato con “La Curva” per altrettanti anni, fino all’età di 16 anni; dopo di che ho intrapreso la strada delle Orchestre. Ho girato molte piazze e sale da ballo del Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia ed il filo conduttore è sempre stata la musica e il divertimento. Dal 2019 sono il leader di una orchestra, avendo iniziato a fare il cantante, il front man, della band Alex Biondi, che porta in giro bella musica e divertimento. Il Carnevale e lo spirito di festa sono sempre stati nelle mie vene e non potevo scegliere una Majot migliore; ci conosciamo da quando avevamo pochi anni, e siamo sempre stati amici e colleghi di musica. Ringraziamo quindi tutta la Direzione del Carnevale per averci permesso di vivere questa fantastica esperienza. Speriamo di essere all’altezza, noi siamo carichissimi !”.
Esprime soddisfazione il Presidente Fabrizio Pistono per la scelta di questa bella coppia: “Sono due giovani che hanno il Carnevale e la musica nel sangue, passione trasmessa dalle loro famiglie, dai papà musicisti, dal compianto zio di Giulia, Gigi Pisani, e dalle loro mamme: della Majot, sempre in prima linea nelle sfilate, e dello Stevu, che fu Majutin nel 1988. Con queste premesse non potranno che essere una coppia che interpreterà al meglio il difficile compito a loro assegnato e faranno vivere momenti di gioia a tutti, per un Carnevale che sarà veramente “spettacolare” !
 
 
Cenni Maschere
 
 
 
Le maschere attuali del nostro carnevale sono relativamente recenti, almeno se si considera il contesto storico secolare in cui si svolge. Vennero infatti create nel 1929, a somiglianza delle maschere torinesi Gianduja e Giacometta.
Prima di tale data non si sentiva la necessità di avere due specifiche maschere locali, in quanto gli Abbà, da secoli, con i loro abiti sgargianti, rappresentavano direttamente le diverse autorità carnevalesche. Le maschere furono quindi create, a Santhià come in molti altri centri piemontesi, per dare una ventata di freschezza e far rivivere antiche tradizioni, come i fasti dell’antica Badia. Nel 1934 si fece strada l’esigenza di identificare le maschere con concrete figure umane, per cui si pensò a due giovani provenienti dalla nostra campagna, e precisamente da due cascine con terreni non propriamente ricchi: Majutin arrivava dal Pampardù (“Panperduto”, in italiano), una cascina posta nel punto più alto del territorio comunale, mentre Stevulin abitava alla cascina Plisera (“Pellizzera”, in italiano), non lontano dal confine con Tronzano. Stevulin è il classico contadino furbo, coraggioso, il classico “scarpa grossa e cervello fino”, pronto a denunciare e condannare le storture, gli abusi e il malvezzo locale; Majutin invece è la regina della casa, obbediente e sottomessa, umile e modesta.
Sebbene le due maschere vengono impersonificate nel Novecento, le “vicende” attorno alle quali ruota la loro storia sono ambientate in epoca medievale: la leggenda narra infatti che i due giovani, volendo contrarre matrimonio, avrebbero dovuto sottostare alle richieste di “jus primae noctis” del signorotto locale, che pretendeva il pagamento di una tassa per consentire lo stesso[1].
Questo sopruso scatenò la ribellione di Stevulin che, con l'appoggio del popolo, organizzò la rivolta e, una volta sconfitto il tiranno, preparò il proprio viaggio di nozze a Santhià con Majutin, ottenendo di poter festeggiare con tre giorni di baldoria, con balli e mangiate offerte a tutto il popolo. Evidentemente si tratta di una ricostruzione, peraltro abbastanza diffusa, essendo la trama della vicenda piuttosto generalizzabile[2]
Ora Majutin e Stevulin sono diventati i beniamini del Carnevale Storico di Santhià e i giovani fanno a gara per avere l’onore di impersonificarli. 

 
[1] È ormai acclarato dagli storici che lo ius primae noctis non ha nulla a che fare con “pretese” di tipo sessuale. Piuttosto, visto che i vari aspetti della vita dei contadini dei secoli passati erano spesso condizionati dal legame con la terra che coltivavano e, quindi, con il feudatario che possedeva i campi, è ragionevole pensare che anche per contrarre  matrimonio fosse necessario chiederne l'autorizzazione e versare un tributo. Secondo la studiosa Régine Pernoud, nel corso del X secolo si istituì l'uso di reclamare un'indennità pecuniaria dal servo che, sposandosi, lasciava il proprio feudo per trasferirsi in un altro. Il "diritto signorile" era pertanto di natura prettamente economica. Molto più difficile credere che vi siano stati casi in cui la richiesta fosse da interpretare “in senso letterale”. In ogni caso non si può parlare dello ius primae noctis come di un fenomeno generalizzato del diritto medievale. Oltre all'assenza di riferimenti legislativi ufficiali civili o ecclesiastici, va notato come nel Medioevo vi furono numerose rivolte dei contadini in occasione delle quali venivano redatte in forma scritta richieste e lamentele dei rivoltosi (vedi, per esempio i dodici articoli della guerra dei contadini del 1525). In questi testi non si trovano mai accenni allo ius primae noctis, né a soprusi sessuali d'altro genere.
[2] La leggenda non è dissimile a quella ambientata a Ivrea, ai tempi di Re Arduino. Qui regnava un signorotto di Vercelli che amministrava la città con grandi soprusi, facendosi odiare da tutto il suo popolo.